Il nome granato deriva dal latino granatum, che significa “simile ad un seme” o “avente molti semi”; i cristalli di granato in
matrice fecero venire in mente ai primi ricercatori la forma ed il colore dei semi del melograno. Il granato era noto migliaia di
anni prima dell’era cristiana ed è menzionato nella Bibbia, dove era anche chiamato sia rubino che carbonchio. Quest’ultima
parola deriva dal latino carbunculus che significa “piccola scintilla”.
Il granato era considerato la gemma della fede, della costanza e della verità e si credeva avesse poteri curativi. Una pratica
comune era di ridurlo in polvere e di usarlo come impiastro. Così adoperato si diceva che il granato attenuasse la febbre,
mentre quello giallo veniva prescritto per l’itterizia Se non faceva effetto lo speziale veniva accusato di aver fatto uso di un
sostituto invece che di questa pietra naturale. Chi viaggiava prediligeva gli amuleti di granato in quanti si diceva che
proteggessero l’onore e conservassero in salute, guarissero da ogni malattia chi li portava e lo preservassero, durante il
viaggio, da ogni pericolo. Tutti questi poteri avevano valore doppio per i nati in gennaio.
Il granato è a volte considerato una gemma reale in quanto i Persiani l’hanno scelta come impersonificazione dell’immagine dei
loro sovrani.
Le più belle gemme provengono in genere dal Madagascar, Sri Lanka, India, Alaska, Groenlandia e Brasile.
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