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Giada

La gran parte dei popoli primitivi che si serviva delle giade non conosceva ancora, per gli utensili di uso quotidiano, lo sfruttamento dei metalli più duri. Quando questi venero scoperti, abbandonarono completamente l’uso delle giade, come gli abitanti dei laghi svizzeri che smisero attorno al 1500 a. C. Altri invece, abbandonato l’uso quotidiano della giada come utensile, la utilizzarono per produrre oggetti religiosi, simbolici o di valore estetico. La grande considerazione in cui è tenuta la giada è dimostrata dal fatto che la parola cinese “yu” e quelle giapponesi “gyoku” e “tama”  significano  entrambe in senso generale, “giada” e “pietra preziosa”. Un fatto analogo si presenta nella lingua azteca in cui la parola “chalchihuitl” significa sia “giada” che “prezioso”.
La nostra parola giada deriva apparentemente dall’ ultima parte del nome che i conquistatori spagnoli diedero alla giada che saccheggiarono durante le loro scorribande in Messico. Il nome “piedra de ijada”, che significa  “pietra per le coliche”, venne da loro dato per la supposta efficacia nell’attenuare i dolori causati da disturbi renali.
Nel 1789, A.G.Werner di Friburgo, fu il primo, ad usare in inglese la parola NEFRITE. Nel 1863 il professor A. Damourr, scoprendo la differenza tra le due giade (simili tra loro per aspetto e colorazioni, ma mineralogicamente differenti), coniò la parola GIADEITE.
E’ interessante notare che sia i primi Cinesi che le popolazioni dell’America centrale seppellivano spesso i corpi con oggetti di giada. Frequentemente un pezzo di giada intagliata veniva posto sotto la lingua. In Cina si credeva che la giada polverizzata, bevuta prima della morte, prevenisse la decomposizione del corpo. In America centrale un po’ di polvere di giada presa di tanto in tanto (naturalmente solo dalle persone facoltose) aveva l’effetto di un buon tonico.
Prima dell’introduzione in Cina della giadeite proveniente dalla Birmania, alla metà del XVIII sec,. L’uso estetici della nefrite era espresso principalmente in oggetti di significato religioso o simbolico. Questi assumevano la forma di placche,  vasi, pannelli, statuette, tazze con anelli, porta pennelli, trittici, ecc. Con la giadeite  si ebbe un colore mai visto nella nefrite : un verde brillante, traslucido, quasi come quello dello smeraldo, che i Cinesi paragonarono al verde piumaggio del martin pescatore e chiamarono “fetst’ui”. Questo materiale si trovava in piccole quantità nei massi importati dalla Birmania. Poiché era scarso e meraviglioso, finì per essere usato come ornamento personale, sottoforma di anelli in pezzo unico, fermagli, pendente intagliati, orecchini, bottoni, collane.
L’imperatrice reggente possedeva favolosi pezzi di giada. Il suo amore per questo materiale è chiarito dal fatto che nessun altra gemma può essere  apprezzata in così molte forme e con così tanti sensi : vista, udito e tatto.
La giada è una pietra impregnata del romanticismo dell’antico oriente. I Cinesi la collegano alle cinque virtù cardinali: carità, coraggio, giustizia, modestia e saggezza.
I principali GIACIMENTI della GIADEITE,  che si trova in masse a struttura cristallina opache e traslucide, sono in Birmania, in Cina, nel Tibet, nel Messico.
I principale giacimenti della NEFRITE sono quelli dell’Asia, della Cina e della Russia ; ottimo materiale italiano di colore verde chiaro, è quello che di recente si rinviene in Italia nella Valle Malenco.


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